Apatite

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Ho sollevato la tua mini lavorandomi l’orlo
la piccola frontiera che ci separa fastidiosa

Il colpo d’occhio delle luci al neon
intermittenti e così singole – scandite

tra le cosce che si prestano morbide
e rifugio a questo cuore da smaltire

Tu che t’immoli a questa agonia, suggimi
dietro un vicolo dai peccati sloggiami

Poiché l’acciaio denso che m’opprime
pesa come amalgama in Apatite

Scopami via il cranio: fallo
e che non se ne abbia a male
il resto del trampolo

che non se ne abbia a male
questa mano che ora cinge

e che vorrebbe di già
scappare via

 

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