Arsura

Dall’altura la pianura
incespica aspettando
lo sciabolare degli astri
dai cieli
smunti tra i monti,
dove a valle
lagune suturano
ogni giorno emorragie d’acqua

e di arsura
la bocca piaga
in crepe profonde,
solo stracci appesi alla notte
abbeverano di gocce
calici
trasformati in fenditura.

Risulta sintomo
non trascurabile
inaccessibile ai più
onesti delatori del caldo
considerare
che è meglio disciplinarsi
per non annaspare nel gocciolio
del viso evacuato dal viso
da tanto calore rappreso
nell’afagia di lingue
affogate da un uso spasmodico del sé.

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