Beatrice Zerbini, tre poesie da ” D’Amore”

*

Arrivo sempre un poco dopo, sempre dopo
aver sbagliato, dopo
avere aggiunto troppo sale;
dopo
avere detto o
parlato male;

mi salvo sempre dopo
che ci sia
qualcosa da salvare;

mi abbraccio, mi consolo,
mi dico non importa:

imparerò come si vive,
quando sarò già morta.

*

Com’è misurato amarsi meno,
è un lavoro sartoriale,
millimetrico,
amicale;

chirurgica la mano che
tutto fa per non sfiorare,
stare
in cabina di controllo
come da tuo protocollo:
nel collo,
la vena giugulare
col suo flusso da invertire;
nel petto,
silenziare
il rumore del rumore.

Che lavoro disamare,
soffocare,
che cesello da artigiana
che ci vuole;
lambiccare che l’amore
riesca a smettere di amare.
Sempre un triste mestiere
seppellire.

*

Per quanto io mi sforzi,

studiandolo dal bordo di una piazza,
seduta sul gradino in cui ti aspetto
come se fossi ferma in una pesca,
nel mare delle facce che non sei,
nel mare delle vite che non sono,

non mi ricordo mai

come siano capaci tutti quanti,
come facciano gli altri umani vivi,
in questo spazio-tempo che ci tiene,

ad essere nel mondo e a non amarti.

—-

Beatrice Zerbini, con la sua voce «unica, ironica e profonda» (così l’ha descritta Alba Donati, paragonandola per facilità di canto a V. Lamarque e W. Szymborska), è riuscita a trovare un nuovo e coinvolgente linguaggio per la poesia d’amore. D’amore è un libro che attraversa ed esplora il vortice mai quieto delle relazioni umane, mettendone a fuoco le emozioni e i sentimenti, restituendo a chi legge non solo una poesia semplice, diretta e coinvolgente, sorgiva nel ritmo dei versi, ma anche uno strumento di condivisione e di potente immedesimazione. Nella lettura si ritrovano le tematiche del dolore, del lutto, della memoria (alzheimeriana), dell’abbandono, dell’esperienza amorosa in ogni sua declinazione, con i suoi slanci di spiccata passione e con le sue perdite, senza dimenticare di lasciare una chiave di salvezza, ironica e leggera, cifra di un percorso unitario e organico che caratterizza i libri di Zerbini, che prende per mano i lettori e le lettrici, come se fossero all’interno di una storia. Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio (In comode rate), torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi, in cui lo stile della versificazione si mette al servizio dell’esperienza personale dell’autrice e si fa universale. Amore, dolore, lutto, attraverso il lavoro psicoterapico, di cui non si fa segreto, entrano nel cono di luce della cura, in un turbinio di emozioni, tra il pianto e il riso.

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