Dei tuoi quadri, più grandi delle pareti
non mi sono chiesta la provenienza; d’altronde
seguire il cadenzato di una posa o contare gli ombrelli
sarebbe come dare un colpo di phon a una mosca
e pretendere che voli per colpa mia. Voglio invece di te
un ritratto virale: e dipingerti io
come un gelone d’estate
o un apoplettico colpo di spugna, o il jolly
dentro un mazzo di carte truccate. La morte
è uno stato ipocondriaco, lo so: in virtù
di che
tu galleggi in acque buone
fra un silenzio che fa chiasso
e le ghirlande senza fiori
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Sarebbe bello dipingere il respiro…