È l’incertezza del mattino
che mi rende colpevole
profumando di nebbie ed esilio
dove resto immobile a contare
qualche moneta di cioccolata
in una tasca svuotata dall’anima
Ho spento la luce
sui primi vent’anni
con una mano
che tendeva il dubbio
per questo futuro
Non avremo mai
[mi ripeto nel buio]
un solo posto
dove arenarci
Dove rievocare
quella forza salda
che ci distinse dal grano
e ci salvò dalle trebbie.
Negli orecchi da figlio
ho ancora un tratto di lama
Quel feroce frinire tagliente
di una lingua di fuoco e d’amore
E nessun grembo per rifugiare
ciò che tuttora è scampato
alla forza delle mie braccia
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Stupenda e profonda introspezione! Il video è superlativo, complimenti!