non portano rancore i treni
indifferenti stanno se ne vanno arrivano
incollano regioni.
E’ come avere un treno addosso la sera
quando giochiamo a sfiorarci evitando
paesaggi imprendibili
e città che nella notte cadono
in lunghissime code di zucchero e miele
quando lasciamo i finestrini aperti nelle gallerie e
gli occhi ci piangono e allora
capiamo d’esistere davvero
tra un paese e l’altro del cuore
come due piccoli bersagli di luce
Vedi, ti ho appena indovinata mia fortezza
dietro la curva una parola salendo
ti ha fermata in un mio nuovo
formulario di abbracci e ti ho sentita (tremare)
sulla bocca dell’ultimo vagone