Consumo

Cuore installato
tra scapole e dolore
a recitare rumori
tra frammenti e dissapore.

Recensiamo seduzioni di pioggia
ed occhi incollati a muri
glabri,
manifesti esautorati
nell’area riservata
alla sobrietà di intenti,
rimangono affissi in promozione
fino a stasera
che poi limpidi si annuvolano.

“Ma che c’entra il tuo sorriso tra gli orari dei treni?”

Travalichiamo i giorni delle fotocopie
sbiadite a destra e sinistra
tanto ormai siamo
un unico prodotto
guidato dal dio inferno
che sparge zolfo e grafici
simili a codici divini.

Distratto osservo la psichiatrica
condizione mentale d’uomini
che schizzano dai pori
vertebre lucenti
di vermi scoloriti
in codice rosso,
“presto in ospedale!”
gli occhi
spacciati all’ingrosso
potrebbero sapere presto
di maledizione irreversibile.

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