Da “I brividi hanno sempre ragione” di Paolo Venditti – Edizioni Nulla Die

 

 

L’importante è annaffiare le piante

Ce ne stiamo qui sui bordi del possibile
a sputare teorie sull’orizzonte,
attraversiamo incolumi le piastrelle della cucina
per invecchiare invano coi piedi sul divano;
le donne ci hanno fatto a pezzi
i sogni ci hanno fatto a pezzi
e a lavoro abbiamo raccolto i pezzi…
le nostre mamme ci hanno cucinato per bene.
E ora puoi trovarci sicuri e depressi a giorni alterni.
L’importante è annaffiare le piante.

 

La rosa dei venti

E ora che so a memoria la forma del tuo clitoride
e posso riconoscere il tuo profumo là dove sei passata
ora che conosco a menadito il percorso delle tue carezze
e la luce che attraversa il tuo profilo
scopro il sapore agrodolce di come sei…
mi suggerisce l’immagine di te
come la più bella delle farfalle,
mi sento come quel fiore dove hai poggiato le zampe
e realizzo che non hai mai letto
nemmeno una delle mie poesie.

 

Un sogno

Me lo dico spesso, me la caverò anche stavolta.
È un angelo custode col sigaro in bocca il mio,
e nonostante sia solo un putto,
non si può dire non abbia fatto straordinari.
Ricordo un sogno in cui cadevo di sotto, all’ infinito,
ma puntualmente atterravo
a rimbalzare sul morbido
al punto che cadere era diventato divertente.
Non stavo precipitando.
Imparavo a volare!

 

Eleanor Fagan Gough

Abbocca all’amo abbocca all’amo
impara sempre impara sempre,
un sacco di cose stupide mi ricordano te.
In mezzo alle note di un pianoforte
i neri diesis il ricordo di te!
Il banale serve solo a farci male,
come le sigarette
anche i ricordi romantici?
Nel prossimo appartamento cianfrusaglia sparsa in giro…
e tu arrivi barcollando
tiri fuori una sciarpa dall’armadio
e dici che è mia…
lasci che il telefono squilli senza togliere gli occhi dai miei
un brivido mi percorre ed io non riesco a fare a meno di essere scossa
la pancia ignora il fumo e lo ingoia.
Canterò anche stasera
giù nella bettola sulla trentaquattresima.
Figlia del blues
impronta di una notte troppo frettolosa…
si balla al ritmo del miglior jazz
a piedi nudi sui carboni ardenti
e quando per l’ennesima volta tu mi hai detto
cosa significava tutto questo per te,
il mio petto ha ceduto ignorando onde, passato e architetture del cervello,
abbocca all’amo abbocca all’amo
ma impara sempre!
Impara sempre!

 

 

Dopo una lunga gestazione di trent’anni che va dall’adolescenza all’età adulta, Venditti Paolo esordisce con l’opera prima, I brividi hanno sempre ragione, testimonianza del personale viaggio di un animo irrequieto, tra amori tormentati, stagioni in sacrificio alla cicala e virtù che si mescolano ai vizi. Gli ambienti e il linguaggio sono quelli della metropoli, cruda e disincantata, dove non mancano un’amara riflessione sul sociale e sulla fragilità umana, uno scanzonato cinismo e cadute a picco nel buio di vicoli pregni di spiritualità; e come fosse brezza marina tra i palazzi, cosi si muove l’ironia tra queste righe, antidoto alla sventura finanche a ridere di se stessi.

Venditti Paolo (Torino, classe 1975) si appassiona a varie forme d’arte fin dall’infanzia: il disegno, la pittura e sopratutto la poesia, primo amore che non di rado trova ospitalità nell’attività di musicista come: Pablo e i suoi Neurotrasmettitori. I brividi hanno sempre ragione, più che un esordio è una necessità di tornare alle origini, un mettersi a nudo, spogliando le vesti del cantautore per mostrare il poeta che c’è sotto.

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