A chi arriva per ultima in cella
tocca il letto a castello più in alto
dove la faccia sfiora il soffitto
la colpa in braccio si fotte la vita
sei tutt’uno con il muro
persa dentro una bestemmia
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Non c’è porta al gabinetto
s’impara a far finta di niente
per la puzza di feci
un rubinetto aperto
ingloba le pisciate
ma non c’è scroscio d’acqua
a coprire la querimonia
della tua dignità
sei implume e nemmeno uno specchio
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I giorni sono lunghi mille ore
e di notte il tempo, smette
di contare il tempo
mentre affoghi dentro un letto
che nemmeno sa il tuo nome