Derisione

Avevo una campana
ed il vetro appassito,
di contorno
occhi
e miscele di sgomento
diventarono la mia casa,
la mia roulotte,
Il mio destino.

Ed una coda
la protuberanza ostile,
si spezzava a tirarla
e sbatteva nervosa
mentre il bozzolo
al sicuro,
sostava aggrappato
alla griglia
imperlata di rugiada.

La prima derisione
mani inerti,
guance purpuree
tendenti al deragliamento,
era la strada spalancata
al camaleonte d’argento.

Erano divertenti all’inizio
quei simpatici sorrisi,
quei sorrisi con bomber
e timberland adeguate
al branco di lupetti
desiderosi di alzare
l’asticella dell’accettazione.

Un giudizio qualunque
marcava il territorio
fra densità e dispersione,
importavo per questo
a forza la corazza
nel chiaro della campana,
ero il prodotto
senza prezzo del dileggio,
solo una virgola
piegata sull’asfalto.

http://youtu.be/TTdjxoU5Ayw

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