Di quel che è vero
lontano ed inesauribile,
onde flesse in trasmigrazione
su lucide follie di gruppi sparsi
Piccole spore d’effimera armonia
come caligine al vento
Simili al tragico sinfonico
che scintilla nelle valli liturgiche
E dei Templi – le guglie
Ombre inquiete di porporati
caduti a testimonianza
del falso
Il riscatto che s’attende
in brecce episcopali antiche
quanto le briciole di Roma
rosicchia nelle piazze
ulcerando carni tremule
delle masse isteriche
Sinergico e privo d’arbitrio
lo slancio d’idolatria
si scaglia emancipando
l’ignoranza assoluta
precludendo di fatto,
ogni possibile
liberazione
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