Uno cadde, e lo lasciammo a terra.
Una pozza era il suo sangue
in cui pescare ogni sorta di scusa.
L’altro, ferito, fece qualche metro ancora
ma lasciò la strada sporca e i corvi fecero il resto.
Poi rimasi io, l’ultimo
pallido come la luna.
Non avevo idee, non avevo fame
Avevo solo voglia di stare fermo:
immobile.
Nascosto d’allora, sono la croce che suona
il trambusto dei volti imbiancati.
Sono vivo, così
mi hanno detto.