(di R.08)

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Ho chiesto all’uomo cos’ha da dire,

Cosa si aspetta, cosa ne pensa,

e che cosa vorrebbe da un Dio

latitante; se ricorda d’essere

nato e vissuto nello spazio di

una stagione; se ha sentito dire

che un giorno tutti dovremo morire.

Ma l’uomo mi ha guardato e non ha

Risposto, e non mi ha sorriso, con

Gli occhi vacui e vuoti e spenti;

son queste domande da farsi? Per questo

non c’è più posto; son già le venti,

con le chiacchiere non si cena; posso

dirti che non si passa col semaforo rosso,

che in questa stagione il tempo

è particolarmente piovoso, a che ora

è la sveglia per il lavoro, e non

chiedermi altro, non risponderò, sai,

Non so…

Vivere, morire, forse sognare,

parole senza significato. Non

c’è in realtà più nulla da dire.

Nessuno sa, ormai, come vedere,

Tutti guardano, non imparano

Nulla; e i “Nessuno” e i “Tutti”

Riempiono le frasi, popolano

i giudizi; meglio non parlare, meglio

stare zitti. Prendi il tuo posto

nel mondo, ragazzo, prendilo e basta.

Preparati a lottare per il cibo

Per le vacanze e per il denaro

Preparati a dimenticarti chi sei, quello che sai,

Per vivere bene, per non vivere mai.

Ho chiesto all’uomo cos’ha da dire,

Cosa si aspetta, cosa ne pensa,

e che cosa vorrebbe da un Dio

latitante; se ricorda d’essere

nato e vissuto nello spazio di

una stagione; se ha sentito dire

che un giorno tutti dovremo morire.

Non c’è da chiedersi queste cose,

ragazzo, non ci pensare, torna a

studiare; diventa contabile, notaio

o farmacista; non pensare a fare l’artista.

Non c’è più posto per queste sciocchezze

Il mondo è pieno di frivolezze

Di gente che guarda senza vedere

Di gente che sogna senza capire

Senza scoprire, lontani dai guai

Per vivere bene, per non vivere mai.

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