Diario di un misantropo (neanche tanto) inconsapevole

Seduto qui, in un centro commerciale a guardare la gente. Osservo le cose, osservo come il marito sbircia le tette delle commesse mentre la moglie finge di non accorgersene e si compiace degli sguardi allupati di ventenni in branco o del giovane uomo che continua a” lumarla” con discrezione.
Abbiamo tutti qualcosa da nascondere, sempre, e chi finge di no o è bugiardo o molto giovane, ma in questo caso penso sia normale, ancora non è stata acquisita la furba disillusione del ” lungo corso” e magari c’ è anche sincera convinzione.
Me la ridacchio sotto i baffi, mentre gli addetti alla sicurezza camminano nei “vialoni ” con aria spavalda e i loro anfibi improponibili, visto il riscaldamento mai inferiore ai venticinque gradi. Ho sempre provato sensazioni contrastanti nei confronti di chi fa quel lavoro, avendolo fatto anch’io: da una parte mi sta sul cazzo quell’ aria da Charles Bronson che si dànno, quel patetico cipiglio da ” vorrei ma non posso” fatto di similfondine con dentro simil pistole e simil sguardi da duro, mai abbastanza convincenti per i cattivi, mai abbastanza rassicuranti per gli sprovveduti; da una parte invece li capisco perché so che non sempre è facile destreggiarsi tra interminabili giornate noiose con l’ abbiocco che ti assale e giornate in cui succede di tutto, dal signore distinto che ruba un pacchetto di caramelle senza alcuna ragione alla banda di balordi in cerca di facili e squallide prevaricazioni da spacciare poi per epiche risse, dal cliente che molesta la cassiera alla vecchietta beccata con mezzo pollo nel cappotto, dal deficiente con velleità da pilota sportivo che usa i parcheggi come pista per le sue acrobazie da quattro soldi agli zingari nei giardini adiacenti mentre alla luce del sole svuotano e buttano via i portafogli che hanno rubato.
Intanto i bimbi mangiano gelati di cui non hanno voglia ma che per qualche motivo genitori che non li vogliono mai sudati o sporchi di terra, con le ginocchia sbucciate o col moccio al naso fuori dagli orari prestabiliti, si sentono obbligati a comprare. Beh, a voi sembrerà forse assurdo, ma in questi ultimi io colgo tutta la mostruosità della ” società civile” occidentale con la sua pretesa superiorità.
In altre scene posso cogliere disperazione, noia, stupidità, ignoranza, ma nel vedere questi bambini coi vestiti all’ ultima moda che vanno a nuoto e partecipano a partite di calcetto, che DEVONO eccellere nei fallimenti dei loro genitori impegnati a picchiarsi a bordo campo o aggredire professori colpevoli di lucidità,in questi bambini profumati e con gli occhiali da sole che prendono a calci negli stinchi i padri, ma incapaci di difendersi se non in branco, in questi bambini a cui viene insegnato che l’ empatia è debolezza io vedo la nostra condanna.
Ma forse sono io a non aver l’umore adatto, fuori c’ è la nebbia. non fa abbastanza freddo per poter apprezzare Gennaio, il fine settimana è lontano e la sinusite martella la mia testa. Forse sono io a non essere in giornata, anche se un sorriso sbilenco mi rimane in faccia .

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