Dicembre

Ho sbagliato stagione
sono nata a dicembre
tra la quiete del Nord
e il gelo distratto
mi sarei persa in un mare
di vapori d’afa e ronzii
di mosche sull’asfalto
invece silenzio
solo il rumore dei piatti
dell’olio che frigge
dei tuoi gomiti sul tavolo
e lo sguardo sul pane.
Lo spezzi e mi salvi?
Raccontami di te bambino
dello zucchero ai lati della bocca
delle carezze mancate
delle tue ginocchia sbucciate
come arance rosse dal sangue aspro
raccontami lo sguardo dei gatti
in cui ti perdevi a sognare
tesori e battaglie
e conquistavi i tuoi sé
trovati per strada.
Parla io ti ascolto.
Hai da accendere?
Fallo adesso.

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2 Comments

primi 4 versi eccezionali, e hai saputo anche benissimo sostenere l’effetto lista che di solito odio e che qui da ritmo alla poesia.

di vapori d’afa e ronzii
di mosche sull’asfalto

dell’olio che frigge
dei tuoi gomiti sul tavolo
e lo sguardo sul pane.

dello zucchero ai lati della bocca
delle carezze mancate
delle tue ginocchia sbucciate

allungando da di a delle e regalando al testo una consequenzialità che incanta. Se mi posso permettere ( se no non lo farò mai più) un solo piccolissimo appunto sulla chiusa che avrei finito a Hai d’accendere? Ma è solo il mio maledetto gusto personale sulle chiuse che aprono e respirano verso altro, in questo caso una fiamma accesa su parole a venire. Grande Alessandra.

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