Un viaggio a perdere
senza radice alcuna
e minacce di pioggia
tra pareti di stracci
freddo fino alle ossa
sulla pelle asfalto bollente
un fiume disumano che esonda
in volti sprecati di bestemmia, eccoci
dietro i buchi delle vostre tasche piene
dentro l’ululato delle nostre pance vuote
eccoci, abusivi sulla nostra terra, sfrattati
sfruttati nelle nostre città di galera
nei recinti costruiti fin dentro la testa
eccoci, siamo la cattiva coscienza
il pessimo esempio, la nefandezza
insultati, presi a calci
passatempo per gente perbene
siamo fuori dal pil, eccoci
fuori dalla borsa, dal business
dai circuiti vendi-compra/compra-vendi
avanzi di fine mercato, frutta marcia
marcita sui marciapiedi, merce scaduta
avariata in discariche di falliti
dalla dignità calpestata
stuprata lapidata assassinata
sotto un’orda d’arrivismo globale
e suoniamo le nostre note di merda
su questo cesso di pentagramma
ascoltateci, ascoltate la nostra
musica nauseabonda, ritmo mefitico
registrate la nostra voce sconfitta
scattateci foto da primopremio
ultimi degli ultimi, una lacrima
che non s’asciugherà mai
dormiamo in sogni di vomito
e in pozze di piscio marcito
siamo l’effetto collaterale
di un farmaco chiamato umanità
le mutande sporche del benessere
i fazzoletti usati della civiltà
eccoci.