esco, di fretta
sospinto da cecità mi sveglio.
apre e rischiara la mente laggiù
p.za della Libertà, l’arancio
è rossa; sembra che possa
ESPLODERE!
scendendo,
penetro il sangue
con lento incedere e
si leva la cenere, io
mi lascio ubriacare…
ebbro, soffro e lamento
i labirinti senza fine di Ragione,
sospingono seduto a capo chino
sotto l’arco di Firenze dei Lorena –
troppi – gli déi che si rincorrono
fuori
e dentro –
icone di Italietta Sempreprete
scaduta sottomarca del Potere.