Francesca Del Moro | DerivAzioni poetiche II

Ho scelto per lui
il posto più alto
che guarda su un prato
di belle tombe d’arte.
Sulle lapidi leggo le date
in cerca di un dolore
che assomigli al mio.
A picco come il sole
precipita il suo sorriso
su me che mi ripiego
seduta su un gradino.

 

*

 

Nel referto ho letto
dettaglio per dettaglio
la geografia della morte
sul suo giovane corpo,
il corpo che ancora contengo,
il corpo ora polvere mista
alla polvere del legno
e dell’abito elegante
che ha scelto per andarsene.

 

*

 

Chissà se lei ha sentito,
nell’altra stanza al riparo,
che il suo cuore si è fermato.
Chissà se ha raspato
alla porta, se ha pianto.
La mia gatta ha perduto
il suo regale manto bianco.
Non c’è più nulla da fare
per quei ciuffi di pelo duro
e per il muso dimagrito
che ora strofina dolcemente
contro le piaghe del mio viso.

 

(Inediti)

 

Francesca Del Moro è nata a Livorno nel 1971 e vive a Bologna. Ha pubblicato otto libri di poesia, tra cui Gli obbedienti (2016), Una piccolissima morte (edizionifolli, 2017, ripubblicato nel 2018 come ebook nella collana Versante Ripido / LaRecherche) e La statura della palma. Canti di martiri antiche (Cofine, 2019). Ha curato e tradotto numerosi volumi di saggistica e narrativa ed è autrice di una traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Baudelaire, pubblicata da Le Cáriti nel 2010. Fa parte del collettivo artistico Arts Factory, insieme a Federica Gonnelli e alla fondatrice Adriana M. Soldini e collabora con le Memorie dal SottoSuono alla realizzazione di performance di poesia e musica. Nel 2013 ha pubblicato la biografia della rock band Placebo La rosa e la corda. Placebo 20 Years, edita da Sound and Vision. Dal 2007 organizza eventi in collaborazione con varie realtà bolognesi e fa parte del comitato organizzativo del festival multidisciplinare Bologna in Lettere. Cura la rubrica “Poemata. Versi Contemporanei” per la rivista ILLUSTRATI edita da Logos. A breve uscirà la sua traduzione dei Derniers Vers di Jules Laforgue, nella collana “La costante di Fidia” curata da Sonia Caporossi per i tipi di Marco Saya.

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