Francesca Del Moro, tre poesie da “Ex Madre”

*

È arrivato anticipando
d’un soffio la primavera.
Da allora mi ha fatto solo fiorire.
Mi ha seccato l’eterno sole
del luglio in cui mi ha lasciato.
Come lui splendeva troppo
ai miei occhi, li accecava.
E non ho visto la nera, lunga
notte in cui si incamminava.

*

Ho stretto l’urna contro il ventre,
pesava pressappoco come allora.
Un figlio lo contieni sempre
e ogni minuto io contengo,
ogni minuto sento dentro
mio figlio che muore,
mio figlio che decide di morire.

*

Ex mamma
ho subito pensato
quando ho letto quel post
di auguri al neo papà.
E ho pensato a mia madre
che piangeva in questura
col fascicolo in mano
e a quel giorno che ha detto:
non sono più nonna.

—–

Francesca Del Moro è nata a Livorno nel 1971 e vive a Bologna. Ha pubblicato i libri di poesia Fuori Tempo (Giraldi 2005), Non a sua immagine (Giraldi 2007), Quella che resta (Giraldi 2008), Gabbiani Ipotetici (Cicorivolta 2013), Le conseguenze della musica (Cicorivolta 2014), Gli obbedienti (Cicorivolta 2016), Una piccolissima morte (edizionifolli 2017, ripubblicato nel 2018 come e-book nella collana Versante Ripido/LaRecherche) e La statura della palma. Canti di martiri antiche (Cofine 2019). Ha curato e tradotto numerosi volumi di saggistica e narrativa ed è autrice di una traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Charles Baudelaire (Le Cáriti 2010). Nel novembre del 2020 è uscita la sua traduzione dei Derniers Vers di Jules Laforgue, nella collana La costante di Fidia curata da Sonia Caporossi per i tipi di Marco Saya. Attiva in molti campi artistici, anche extra letterari, dal 2007 organizza eventi in collaborazione con varie realtà bolognesi e fa parte del comitato organizzativo del festival multidisciplinare Bologna in Lettere.

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