Giungimi,
come viene un fiotto d’acqua
sul pesce che brama ossigeno e resurrezione
Perché
vi sono opere sul tuo alluce
abbandonate lungo le rive, come seppie
dove
quel nuoto di tanta bellezza
deterge l’attesa e la scia
[Forse ho torto sulle branchie
e per il nostro, nessun alibi]
ma la secca di questo pensiero
avvampa di sabbia e voluttà
E quel reale frusciare nel mare
annega ragioni di fatti incompiuti
Portami;
trattienimi
con un dito
– liscia porcellana
e attaccami il sorriso
[Forse ho torto sulle branchie
e per il nostro, nessun alibi]
ma saprò respirare
prima o poi
tra il giorno
e quell’onda
di casa
e deserto
2 Comments
Eccola! bella storia Bibbio, bella davvero!
Grazie Seb… sei stato prezioso in un momento di cecità 😀
azie assai
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