Gianluca Verlotta
La prima poesia l’ho scritta in 5° elementare per una bambina di cui mi ero innamorato. Poi alle medie tenevo un diario…..e alle superiore altri, non molti. Scrivevo anche canzoni rap. Incominciai a scriverle verso la fine della prima media. Nei diari delle superiori cerano pensieri di ogni tipo…aforismi…poesie (qualcuna)….rime hiphop….riflessioni su cosa mi era successo durante la giornata, sui miei stati d’animo, speranze, errori. Scrivevo quello che sentivo e mi è servito molto per prendere meglio coscienza di chi sono davvero. Qualche volta ci ho anche pianto sopra. La fase più seria della poesia e dello scrivere in generale però è arrivata intorno ai 20 anni, stimolato da letture, conoscenze…..durante la fase di servizio civile. Anche la lettura e gli studi si sono intensificati a partire dal quel periodo che durò diversi anni. Arrivai a leggere anche 3 o 4, forse anche 5 libri alla volta. Ero affamato, ora leggo di meno e scrivo anche di meno. Anche lo scrivere era quasi furioso. Ho scritto in un sacco di posti, cercavo di soddisfare ogni attimo di ispirazione. Sacro. In quegli anni arrivai a riempire una sessantina di quaderni con scritti e disegni vari, più centinaia di fogli sparsi e tutto continua ad aumentare, anche se meno furiosamente. (Ma non si sa mai). La prima raccolta da poco pubblicata, Agenda Metallizzata, l’ho scritta in quel periodo, soprattutto in scenari di strada, come parcheggi, panchine, in auto….Lavoravo alla vendita di biglietti della lotteria con un altro ragazzo, in giro per i paesi della Lombardia e di qualcuno del Piemonte. Per me la poesia non è solo la poesia, è anche aforismi ,saggi, opere teatrali, canzoni e sceneggiature, appunti. Amo molto l’arte dell’appunto ereditata un po’ da Jim Morrison.Tutte cose alle quali mi sono dedicato e mi dedico tuttora. Ma nonostante la mia natura di inventore…non sono riuscito ancora ad inventare nessuna nuova forma d’arte.
≈≈≈
- Ci sono sensazioni che tirano in tutte le direzioni.
Ci sono sensazioni che
tirano in tutte le direzioni.
Corrono veloci & ruotano
Fanno paura, a volte. Ma accolgo il cambiamento.
Vino per la Musa.
Il poeta è in azione.
La biro viaggia
veloce
senza interruzione.
≈≈≈
- Cielo Metallico
Cielo metallico
e lago metallico
E la pioggia
che cade piano
Alberi
come
spettri
La coscienza
pura
la puoi
ascoltare.
Buio
nella camera
Lo Spirito
aumenta
Fuori continua la pioggia
≈≈≈
- Colline di Fuoco
Colline di fuoco.
Un demone o un satiro
che fa capolino, saltella.
Creature volanti impazzite.
Un irregolare volo di rondini.
Cera che si ammazza dalla grondaia.
Un cielo rosso viola.
Licheni.
Il demone mostra il
suo strano mondo.
Scompare lasciandolo alla
propria vita.
L’aria serpeggia.
Le vallate pulsano accese.
Lenti serpenti d’acciaio
strisciano a scatti.
≈≈≈
- Idioti del cazzo che si picchiano
Idioti del cazzo che si picchiano
fuori da un locale di merda
dove sono andato con un mio amico
Luino è bava di mastino
che gocciola
Verde sangue di ragno
che cola e squaglia il metallo
E’ un paesotto costruito
dentro una vallata di scarafaggi
“Vino per la Musa!
Il Poeta è in azione!”
≈≈≈
- Il fuoco scoppietta nelle tasche delle viscere
Il fuoco scoppietta nelle tasche delle viscere
tumorali,di fenomeni
paranormali
Animali.
di serafini imbestialiti
a causa dei proseliti
stolti
di comprendonio umorale scalato,
al massimo grado di seduzione fisica psichica.
Non è vero che la bestia è satana
solo là fuori.
Ma è anche satana qui dentro.
Ti sventro e poi ti ricompongo.
Di certo non mento, anche se mi pento,
dello sventro.
Ciao .
≈≈≈
- Le foglie dondolano
Le foglie dondolano
come delle bambole
in gonnella
I gabbiani in gruppo ridono
ubriachi fanno casino
Panorami di nuvole.
Paesaggi e figure
Rotondosità
Vene
-isole
nel mare del cielo-
Tutto è pronto per la
cerimonia.
Il corteo sale delle scale
quasi infinite per
arrivare in cima al Tempio.
Il Sacerdote porta in mano
Adoro queste visioni che
sbocciano all’improvviso!
Parole chiave
Gli indiani danzano attorno al fuoco e urlano come coyote
Sole sulla faccia
calma tutt’intorno
cascata alle spalle
calma la mia mente
ragazzi in bicicletta.
≈≈≈
- Non mi interessa
Non mi interessa
l’amore degli altri.
Di essere amato od odiato.
Non me ne frega un cazzo.
Fate come volete.
Mi interessa solo che mi si accetti per quello che sono.
Che mi si ascolti per comprendere ciò che do ,e se volete,
anche credermi.
E se nn mi credete potete mettermi alla prova.
Ma se non fate questo…..
non me ne faccio un cazzo del vostro “amore”.
Perché questo
è
l’Amore.
≈≈≈
- Oggi è stata
Oggi è stata
una buona giornata.
Ce ne dovrebbero essere
più spesso,
di questo tipo
Qualche sigaretta
un buon libro
una buona compagnia
e una bella città.
su una busta per cartoline
≈≈≈
- STRADA (IDILLIO)
Vernice delle auto lucida
fari anteriori
principio della visione
Quelli davanti a me sono rossi
quelli che incrocio sono
bianchi o azzurrini
Le auto hanno facce.
Con espressioni.
Quelle che incrocio
mi scrutano dentro
quelle davanti sono tristi.
{Proiezioni di miei stati d’animo}
Viaggia sull’autostrada!
Assieme alle mandrie di camion.
Branchi di auto e moto.
Deserto autostradale
deserto a crescere
nebulose di gas cariche di pioggia
buchi neri d’egoismo
galassie di mondi umani
qua e là quasar
d’energia vivente
Aree di servizio-oasi
luci gialle di lampioni
che si inchinano in saluto.
Cavalli d’acciaio
diligenze d’acciaio
deserti d’asfalto
città di luci
saloon di vetro e acciaio
L’asfalto è di cristallo.
Trasparente e luminescente
≈≈≈
- Un
Un’altra ragazza indiana
carnagione scura occhi perlacei
neri lucidi brillanti grandi
bellissimi mobili un po’ timidi
gentili abbastanza svegli
affascinanti e magnetici occhi
da indiana attraenti parlanti,
buddismo magia del III occhio
maggior intuito magia dello sguardo
Ragazze sorridenti felici nel locale
sedute ai tavolini che chiacchierano
allegre e complici nei loro discorsi
apparentemente sensibili ed empatiche
attirano ed affascinano i ragazzi
che si avvicinano e ci provano
spudoratamente senza ritegno
e che non ci riescono solo
qualche chiacchiera senza impegno,
qualche battuta così per ridere e sedurre
e prendersi in giro simpaticamente
≈≈≈
- Una vecchia signora
Una vecchia signora
capelli sconvolti indumenti poveri
cammina di fretta a volte tranquilla
guarda in basso parla con sé non considera
le macchine che le passano accanto
e le suonano.
Le righe geometriche di un tappeto sono
dei segni di mappatura per intendere
il cammino e seguire
la strada senza perdersi di Spirito
fra i 4 punti cardinali.
di cosa sto parlando.
Commento di Alba Gnazi
Le poesie di questo poeta, del Giolli, non andrebbero commentate.
In effetti, per dirla con Rilke, nessun poeta può essere davvero criticato, ché nessuna critica può avvolgere e spiegare per intero una cifra poetica.
Non andrebbero commentate, dicevo, ma lette d’un fiato, sorseggiate in un’unica soluzione. Sentirne la consistenza nel palato; constatarne il fluire che rammenta quello dei Tir sulle autostrade in piena notte, coi fari che spiegazzano le ombre, i sibili che si rincorrono sull’asfalto, il frusciare ipnotico dei copertoni – dozzine, dozzine di copertoni -. Immaginare quanti incroci hanno visto, quei Tir – e quanti incroci, voci, parole, messaggi nascosti, paesaggi vividi e scenari suburbani si mescolano in questi pezzi, distanti dal lirismo e densi di un sentimento che cala la scure sulle ipocrisie del bene vivere.
Poesie di un Poeta che scrive per sé solo, che non assume e non presume, che si disfa delle proprie personali incongruenze con un sorriso, un’alzata di spalle.
Poesie che si fermano in riflessioni sul tempo, sul suo correre schiavo e ignaro al di sopra delle vicissitudini umane; poesie che non hanno abiti della festa da indossare, ma che si porgono e si svelano nella loro nudità più ferale, anche grossolana – la poesia non è forse di chi osa? -, talora distanti dalle linee della grammatica riconosciuta (poiché anche le abbreviazioni e le cifre possono prestarsi a divenire linguaggio poetico) e aderenti a un lessico colloquiale – il poeta dialoga col suo lettore e con se stesso – per il quale anche il turpiloquio ha la sua ragione d’esistere: questioni di scelte, di vissuti, di ritmi; questioni che non abbisognano di grandi spiegazioni, poiché inerenti a tratti intimi che appartengono solo all’Autore.
Qui il Poeta è la sua Poesia: cosa verace, essenziale, atipica, che chiama a raccolta elementi e testimoni d’ogni sorta per il dire poetico, senza tema di smentita o giudizio.
Il Poeta rovescia e si rovescia per intero nella sua Poesia: ed ecco azione e stasi, osservazione lenta e sguardo in tralice, meditazioni e lampi d’intuizione, fuga e ritorno. Un partire e un tornare in moto costante, spesso antitetico a istanze espresse poco prima, come in Non mi interessa:
Non mi interessa
l’amore degli altri.
Di essere amato od odiato.
Non me ne frega un cazzo.
Fate come volete.
Mi interessa solo che mi si accetti per quello che sono.
Qui il poeta chiede l’accettazione, ‘dimenticando’ il ‘’Fate come volete’’ espresso nel verso precedente: un ‘’Fate come volete’’ che non ammette indifferenza né esclusione, e che viene definitivamente eluso dal richiamo all’Amore in chiusa, l’Amore come unica risposta convenuta e conveniente, accettabile a ogni livello.
Versi che echeggiano i grandi nomi della beat generation (Kerouac e Burroughs, per citarne un paio), con quel vagabondare entro vicoli e luoghi sommersi dalle ombre e dai corpi come ombre, al di là di ogni certezza e senza i compromessi che la società civile chiede come ammenda per essere ammessi a farne parte; versi secchi che non omettono le paure e i desideri, le rabbie e le costernazioni, che qui e lì fioriscono in visioni oniriche e, finalmente, in poesia assoluta e pura – e non importa dove né come ciò avvenga,che sia sul bordo di una busta per cartoline, sul selciato di un marciapiede o negli scenari di una cittadina di provincia. Non importa.
Il Poeta sa il peso crudo di certe bellezze non use a esser definite tali: e ne scrive e si scrive, e tanto basta.