Giuseppe Villaroel / Caffè Letterario

Andare

Scivolare nel silenzio notturno, tra il guizzo livido dei fanali
e radere i muri verdastri lungo i vicoli morti, vacillando,
e sentire lontano nello spazio i treni che partono urlando
e il chiccherio del galli dietro i cortili chiusi tutti neri d’ombre spettrali.

L’alba s’affaccia pallida sfumandosi nel cielo che si rischiara
e le stelle sono stanche di tremolare su le montagne azzurre.
Andare così, senza meta, perduti ancora nel sogno e lasciarsi condurre
dalla stanchezza, e sentire un caldo sapore di baci dentro la bocca amara!

 

Piazza

Rettangolo giallo di case con le finestre aperte
e le tendine bianche che sventolano tutte al sole.
Il motore dell’officina vibra in un vasto ronzo.
Suore in mantelli neri passano timide e sole.

E nel meriggio morto, cinta di pioppi, inerte
la villa sonnecchia e la vasca si sbava viscida e verde.
Ma il Re di bronzo saluta sul grande cavallo di bronzo
scalpitante nell’azzurro lucido che si dilata e si perde.

 

Da “Elegia notturna”

La melodia si affioca come il battito lento di un cuore,
come un sospiro d’angeli librato nel puro silenzio.
C’è quasi un tremore di lacrime nell’aria che odora d’assenzio
e un ultimo brivido d’anima ci sfiora nel sogno e muore.

Tornare per vie tenebrose, contorte, umidicce, in cui trema
la piccola fiamma giallognola d’un triste fanale sui muri.
Sentire l’angoscia muta dei vasti giardini oscuri
che una stella malata riguarda con tenerezza suprema.

(G.Villaroel, La tavolozza e l’oboe, Ferrara, A.Taddei & Figli Editori, 1920)
*
Giuseppe Villaroel (Catania, 1889 – Roma, 1965), fu docente, poeta, scrittore, giornalista e critico letterario. Entrato nel giornalismo nel 1915, fondò e diresse il Giornale dell’Isola letterario a Catania; fu critico letterario del Secolo Sera a Milano dal 1925 al 1935, e del Popolo d’Italia dal 1935 al 1943. Curò diverse antologie e si occupò dell’aggiornamento del Nuovissimo Vocabolario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo. Collaborò con il Giornale d’Italia, il Resto del Carlino, La Nazione, il Mattino e la Fiera Letteraria; pubblicò dieci volumi di poesie, due romanzi, due volumi di novelle, tre volumi di critica e studi letterari.

I versi di Giuseppe Villaroel fanno spesso ricorso alla sinestesia per esprimere la solitudine che ammanta l’anima e le cose. Questa sua “poesia del silenzi”, inizialmente molto vicina al Decadentismo, fu influenzata successivamente dal Crepuscolarismo e dalla Scapigliatura, conservando tuttavia una sua impronta autonoma e distintiva.

Donatella Pezzino

Immagine dal web

Approfondimenti: Donatella Pezzino, Esistenzialismo e Crepuscolarismo nella poesia di Giuseppe Villaroel

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