Ho atteso nel mondo
Le pulci pazze sopra il comò
La sferza reduce dagli occhi
e lo strisciare d’auto in via Turati
Speravo poi
nel gioco delle fate
o di quelle notti cicatrice
In quel mio parlare
nei soli passi verso le scale
Dietro l’ago ho atteso
il martirio dei santi
E il dire – solo nel circo –
nel dolore dei molti
dentro un pugno istintivo
chissà per quale motivo
Ho atteso,
alla quercia senza radici
La morte ed il melograno
Il fresco della fonte
sulla fronte
Una preghiera
una soltanto ancora
solo per me
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