I contagi sono in fila,
chiedono ai sorrisi di ieri
giardini ben curati e
balconi su vicoli stretti.
Le sventure incantano
le anime senza lucchetto
ma la prigione è ovunque
costruita su incertezze
[e vite serene]
come asfalti sgretolati
si guida contro mano
a velocità così dolorose
che gli istinti e i retroscena
non sono previsti.
Gli stessi occhi
stanno alla finestra,
vivono su appartamenti
-desolati come gli ultimi piani-
ignari custodi di periferie;
il giudizio dà soddisfazione
come una maglia bianca,
ma le voci riunite
sono coro,
le finestre come ferro
e il ferro, anima
come potenza
la strada.