I MORTI DI TUTTE LE SPECIE di Silvia Secco

Questo libro è straordinario. Non conosco l’autrice, né eravamo “amici” su Facebook prima di chiederle il pdf da leggere. Ma ciò che in maniera tecnica ed emotiva è riuscita a fissare sulla carta, a partire dalle complesse scelte di vari registri rendono quest’opera singolare. E’ davvero ammirevole trovarsi di fronte ad esempio ad una parola che si regge su un sistema di relazioni che consente al dialetto veneto, alla lingua madre, di colloquiare, di farsi voce presente di saggezza ancora capace di dire e influenzare il presente. Ma cos’è il presente? Se non l’immanenza di aver vissuto. E questo vissuto si mostra in una profondità capace di mostrare da quante e quali stratificazioni l’hanno sedimentato. Tanto che l’autrice può addirittura scardinare i tempi verbali e farli convivere in un tempo superiore, fuori dal suo stesso genere. Vi porto un esempio:

“La notte a partire da aprile l’assiolo viene, chiama.
Ma non abbiamo memoria,
ma io questa canzone qui, senza parole
questa mia pelle delle labbra, della voce
mi si sfalda
mi si sfalda.”

E il libro, suddiviso in 11 scene, è centrato tutto in questa meta dimensione. Le scene, sono quelle di un profondo vissuto, che non ha bisogno di riemergere, né di essere ricordato, c’è, è lì, e continua a risuonare. La scelta delle scene credo sia anche dovuta alle precedenti trasposizioni teatrali delle opere della poeta, che continua a collaborare con altri artisti anche su quel fronte. Senza timore mi sento di dire che “I morti di tutte le specie” è un libro pieno di vita. Una vita dove la poesia c’era già prima come suggeriscono questi versi: “ E, disperatamente, c’era la parola, certamente: la parola necessaria / e non la sapevamo dire.” Un libro per fare ordine in questioni complicate come la vita, che non è tutta un bene, sempre. Sempre citando dal testo: “Noi eravamo gli uomini nell’antropocentrismo, / parte della storia che non volevamo.” Perché fondamentalmente si è sempre al centro, soprattutto “dei colpi di ventura” per cui Dante consiglia di farsi “tetragono”. Ci sarebbe molto altro da dire, ma credo che sia giusto fare in modo che ognuno si confronti da sé col testo. Chiudo citando due versi che con umiltà ci trattengono tutti dall’essere insolenti:

“E inventarono i poemi, li composero coi sassi
per parlare a dio senza morire.”

 

 

Silvia Secco – 25 novembre 1978, Sandrigo (VI) – Dopo la maturità artistica, da Breganze (VI), si trasferisce a Bologna dove vive. Scrive in italiano e in dialetto alto-vicentino. Sue poesie sono state premiate o segnalate in alcuni concorsi nazionali, fra i quali il Premio Borgognoni, il Premio Poesia Di Strada e il Premio Renato Giorgi. Alcuni testi poetici compaiono nelle antologie dei premi, in riviste, o sono pubblicati in rete. Alcuni testi, inoltre, sono contenuti in antologie collettive. In prosa, ha curato la presentazione di alcune esposizioni fotografiche ed artistiche, in particolare per la pittrice Martina dalla Stella (www.martinadallastella.com); suoi articoli e recensioni ad altri autori si trovano nella fanzine on line per la diffusione della poesia Versante Ripido (www.versanteripido.it). Grazie al Premio Franco Fortini, nel 2014 ha pubblicato con la casa editrice CFR di Gianmario Lucini la sua raccolta poetica d’esordio: L’equilibrio della foglia in caduta (prefazione di Francesco Sassetto e nota di lettura di Enio Sartori), la quale ha ricevuto il secondo premio per la poesia edita al concorso San Domenichino Città Di Massa. Realizza artigianalmente le piccole edizioni artistiche EDIZIONIFOLLI. A luglio 2016, con Samuele Editore, pubblica il suo secondo libro di poesia Canti di cicale (prefazione di Alessandro Dall’Olio), le cui presentazioni sono state proposte nel-la forma di recital-spettacolo in collaborazione con il musicista e cantautore Alessandro Baro. Assieme alla redazione di Ver-sante Ripido, dal 2016 al 2019, è stata impegnata nella organizzazione e proposta della rassegna poetica bolognese IGiovedìDiVersi. Assieme alla poetessa Claudia Zironi e a Martina Dalla Stella, nel 2018 ha pubblicato il libro Ursprüngliches Leben: poesia e pittura in dialogo (EDIZIONIFOLLI con KDP Amazon), dal quale è tratto il recital omonimo proposto dalle due poetesse e accompagnato dalla musica di Alessandro Baro, Emma Gustafson, Elisa Misolidio, Giacomo Gamberucci, Fiore Stavole, Rocco Del Pozzo, Giulio Benassi. A fine settembre 2018 pubblica il libro di poesia Amarene con nota di lettura di Alberto Bertoni, (EDIZIONIFOLLI e KDP Amazon), nella doppia edizione indipendente: una artigianale EDIZIONIFOLLI N°80 (150 copie realizzate interamente a mano dalla stessa autrice, numerate, dedicate, e donate direttamente ad altrettante persone) e una di stampa digitale KDP Amazon (regolarmente in com-mercio e disponibile all’acquisto sulla piattaforma Amazon), vincitore, nel 2020, del secondo premio per la poesia edita al Premio nazionale di poesia “Oreste Pelagatti”, città di Civitella Del Tronto, indetto dalla Associazione culturale Le Lunarie. A partire dal 5 aprile 2019, data della “prima” al Teatro Del Navile di Bologna, Amarene è diventato anche un recital: Amarene, parole recitate sui suoni, ideato, scritto, composto e portato in scena as-sieme ad Alessandro Baro, e con la partecipazione del chitarri-sta Federico Bertolucci. I morti di tutte le specie è il suo quarto li-bro, realizzato con Seri Editore di Macerata grazie al premio riconosciuto dalla giuria popolare al concorso Poesia Di Strada 2019.

 

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