Tu che senti e non ascolti
e guardi ma non vedi
ti bagni e non affoghi
quando è chiaro che capire
è necessario quanto soffocare.
Tu ti appendi, sprechi forze
che non hai e che hai rubato
al cuore stanco senza fibra
preso in prestito al mattino
dato in cambio al primo buio
tieni il tempo e la parola
il silenzio è il mio padrone
quando abbaia, tu lo sai
bisogna andare.
Quando sali mille scale
e prendi a calci il precipizio
lanci il sasso e mi colpisci
ma non sento, non ci sono
ho fatto il salto, sono in piedi.
Tu seduto
ciò che vedi non è un trono
e il cuore l’ho strappato.