Nelle Parole
c’è chi nasce
c’è chi trova
c’è chi ne fa
degna sepoltura
o luce sorda
[C’è chi di Parole nutre]
Il mio peccato verbale
o il mio solo dannato incanto
è il ferire e non donare
Ed Amico caro,
mio caro fratello
Oggi sangue lontano
ti sento ancora,
E nelle mani
il tuo volto bimbo
raffermo tra le lapidi
Nelle mani la tua vita
e la bestemmia
a fior di labbra
Oggi la maledizione
nata paga dal verbo
della mia incoscienza
è dolore
è follia
è colpa
è dentro una tua lacrima,
tutto il risultato
del mio vissuto
[embedplusvideo height=”465″ width=”584″ standard=”http://www.youtube.com/v/zpamxmzgw1w?fs=1″ vars=”ytid=zpamxmzgw1w&width=584&height=465&start=&stop=&rs=w&hd=0&autoplay=1&react=1&chapters=¬es=” id=”ep3344″ /]
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l’attribuzione all’autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale