L’impeto ruzzola
diviene fragore,
vacillano palpebre
raggiunte dal dolore
di eserciti
fuoriusciti dall’ombelico.
Commuove
il parto dei polsi,
adagio
allentano i pugni
a sfiorare
assolate felci
unte dal fiato
di rive staminali.
Al sorvolo
di cormorani in livrea
dico no:
sono alloctona
dentro il mio stesso fiume.