Mi teneva la mano sull’orecchio
col suo vestito blu alla Marc Chagall
che svolazzava piangendo sui fili del tram
Non era rimasto molto della verità corale
gli scivoli acustici delle serietà afroamericane
-maglie gialle di cotone su muscoli duri-
erano diventati ricordi spray
L’angelo della letizia vigorosa
aveva le ciglia ad olio
e colavano indisciplinate sul suo volto ocra
Mi sussurrava attraverso le dita, che erano finite
le traversate dorate dell’illusione ascetica
e le notti fretello-reciproche
gli accostamenti selvaggi di menti Guernica e tangibilità cutanee.
Io ero l’anguilla
e mi divincolavo furiosa
perché mi avevano accecato
E con due chiodi per occhi
arrancavo verso le maree
non ero proprio capace, con le mie squame ametiste
di vedere il maledetto deserto.