IO SONO IL MOSTRO

Nella fase rotta della notte

un verme traslucido di asfalto

appare di fronte ai miei occhi di mostro incancrenito ed epidermico

facendo sì che la finestra sobbalzi due o tre volte e poi cada

accasciandosi dinnanzi ai miei piedi bianchi e fosforescenti.

Io sono la ‘e’, l’illibato stelo esile che scende su pavimenti reali

e coperte di madreperla.

Nella lunga fase rotta della notte

(in cui il russare e le tende di seta compiono un gioco silenzioso e moribondo)

io faccio strisciare le mie membra nude, fantasmagoriche.

Sono un minuscolo pesce uscito da una fiamma uterina di piacere simbolico

(voglio un po’ di comunismo, una fila di libri tricolore: il dovere del senso).

All’alba mi infilo in un cortile di bauli e piante dissotterrate

(che niente hanno a che vedere con la bellezza maestosa della faraona,

tinteggiata di ombre leoniche e lasciata a marcire giovane nei secoli dei secoli)

riesco appena a vedere una fioca sparizione del tumulto notturno:

rumori rombanti, disgrazie pirotecniche scese giù dai balconi,

voci non mie che si pavoneggiano e poi spariscono in un ‘Puf’ d’altra nazione.

Torno nel mio pianeta allora, col passo piuma di un elefante docile

(molto violaceo, dalla lunga proboscide di diamante, sbarcato su una torre

intorno a cui un uccello del paradiso venuto fuori male gira a rallentatore

senza mai confondere il suo petto con quello del cielo pastoso e grigiastro).

La superficie è morbida come la pancia scarlatta di una qualsiasi donna

dal sesso barbuto, colmo d’acqua:

il pianeta dei cammelli.

Serbo dispense per tutti gli orari,

ho una lirica incontrollabile nelle corna (potrei essere il toro di un quadro di Picasso,

emerso dai suoi tentacoli di sale a fiotti in un’oscurità abbastanza pallida, questa finzione, ah i giornali, Charlie Hebdo, il fumetto econoclastico di parole che non esistono e che si incontrano a metà fra chiesa ed economia [spargo centesimi e aspetto che la gran Regina venga a divorarli facendo brillare la sua dentiera da maniaco assonnato e mai pronto per il pigiama].

Sono tornato,

donne e uomini di tutto il sistema,

tengo sotto al braccio destro una minuscola pistola

pronta a sparare solide frecce d’alluminio incartapecorito

per conservare a lungo il gelido orrore di questa terra rossa.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.