“Io vado, madre” di Abdulla Goran | d’Amore e d’Anarchia

Io vado, madre.
Se non torno,
sarò fiore di questa montagna,
frammento di terra per un mondo
più grande di questo.
Io vado, madre.
Se non torno,
il corpo esploderà là dove si tortura
e lo spirito flagellerà, come
l’uragano, tutte le porte.
Io vado Madre
Se non torno,
la mia anima sarà parola
per tutti i poeti.

Abdulla Goran è un poeta curdo nato nel 1904 a Halabja, città nel Kurdistan iracheno, morto di cancro nel 1962. È definito il poeta della moderna letteratura curda, poiché Goran, attraverso la sua opera poetica e letteraria,  è riuscito a eliminare dalla sua poesia l’impronta araba, fin lì dominante,  riuscendo a dare una nuova struttura compositiva,  un nuovo respiro, sia per forma che per ritmo, utilizzando un linguaggio diretto senza edulcorazioni, schermi o escamotage semantici, con contenuti calati e aderenti alla realtà, alla cultura, e alla tradizione del popolo Curdo.

~ Asia Ramazan Antar ~, donna curda caduta sul campo con onore, a diciannove anni, per difendere il Rojava dall’Isis.

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