It itinere

Se iniziassi a prendermi
invece di mandarmi per traverso?
Finora ho segnato
le cortecce di maggio
per vederti arrivare.
Scomodità di ieri, ostilità chissà,
sai, rido quando ancora
mi chiamano zingara.
Nel tormento di fiati
mi sono tolta cinque vite,
insidie concesse al capogiro
trascinando alla meglio
pozzanghere di ottano.
Dovresti d’istinto
prendermi per il verso giusto,
nei passi poco battuti
d’erba oltre le ginocchia
seguendo la premessa del sentiero.
Sono gambe sgusciate al selvatico
e struscio cavigliere,
mi si riconosca il suono.

 

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