La signora delle bambole si chiamava
Clara: la vetrina
berciava immagini di plastica viziata
e il mio piccolo cappotto, e il tuo
in frammenti sparsi. C’erano balconi
dai gerani violenti
e fa diesis urlati
dietro tende sempre chiuse; c’erano
fiori chiari
sulle tue mani
sottili
come giunchi d’acqua