Ci vuole una notte insonne dentro un secchio di plastica
per spurgare inedie da un utero di scimmia.
La mia sclerosi mentale impone croce e obolo,
pronta a traghettarmi fra le immondizie del giorno dopo.
E’ che non ero certa della paternità dei nostri nomi
così li ho alitati tutti sulla foschia vitrea
del vecchio treno che trasportava il sale.
Il barcaiolo intanto mi raccoglie
ruminando maledizioni contro i pesci
perché sottraggono acqua alle cloache.