Del filo teso, l’odor s’è perduto.
Quella costa Baltica delle onoranze
coniugata al longevo: ora sporca
ora sabbia, nelle creste marroni.
E l’onde impervie d’onde tristi
e su, e giù e su, un continuo
rimestare sulla mia fatica
E di quel filo lungo, inciso e teso.
Della carne eremita e putrescente
sotto l’unghia. Dolore e battaglia
contro coscienza. Simile al granchio
ha stretto la presa
Eppure, d’ogni capello e d’ogni scompiglio
andarivieni su, e giù e su, il colore.
Ciocche in grovigli di bellezza
Profumate come balsamo litico,
come alghe arcaiche sulle rocce.
Ora ferme, ora serene,
in laguna s’innamorano |