L’amore malato

“Sai amore, ti amo.

Ti stringo il collo con le mani
(ah, il tuo bel collo bianco)
le vene esplodono sotto i polpastrelli

e ti amo.

Ti giro in un lenzuolo
diventi un fagotto

ma ti amo.

Ne esce un fiotto di capelli
neri, il profumo del miele
che bello che i capelli
non muoiano subito

e ti amo.

Stai bene tra le mie braccia amore?
Adesso ti adagio nel bagagliaio.
Facciamo un viaggio.

Ecco.

Qui il paesaggio mi piace

dalla scarpata scivolerai bene
giù, in fondo
tra quegli alberi
all’ombra.”

Così muoiono le donne nel lager dell’amore:
si perdono nel vento.

 

 

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