MAI PIU’ (venti novembre)

Non tornerà mai più il 20 novembre e noi
si sta in casa, perché fuori fa freddo; tu
passi tra le mie dita e le ditate sul vetro
eclissando per un attimo lo spettacolo
di ora che va in onda da ore e sui palmi
reggi la biancheria stirata (sulle dita
che disperatamente vorrei a stringermi
il sesso) e assorta scorri a riporla
spostando con le gambe un aria che mai
più sposterai e le regali per l’ultima volta
il tuo odore di vita (mia) che si dilegua
cadendomi in grembo.
Se pronunciare il vero servisse a negarlo
se indovinata la soluzione ci fosse il premio
che aspettavo quando scoprivo dov’eravate
nascosti griderei libero me liberi tutti
da averne a profusione di 20 novembre fino
alla nausea fino a scoppiare, ci sarebbe
un merito a pronunciare la formula atroce:
mai più tornerà
il 20 novembre.
Non tornerà mai più il 20 novembre 2014
nient’altro e tu siediti sulle mie gambe
inghiottimi la lingua rendimi muto
rendimi ignaro come di tutto è ignara l’aria
di fuori che oggi si svela affollata dal taglio
di un sole radente, gremita di fiocchi, creature
minute, del fluttuare inerte del filo di un ragno
assente da tempo, o forse già morto
in fine d’estate.

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