In quest’era avvilita, ferita da centomila evenienze, come non affidarsi consapevolmente alla maestra poesia? In questo tempo di lacerate corde, la lettura dei versi dei vari autori può giovare, senz’altro, a edificare ponti conoscitivi con l’altro da sé, può permettere di scovare il senso dell’esistere e la ragione più vera delle stelle. È necessario più che mai un approccio intimamente antropologico, di scandaglio e di rispetto rigoroso dell’umano, di tutte le persone che traversano dignitosamente i cammini dell’alterna e incerta ventura. La lettura dei poeti fornisce la mappa per esplorare l’esistente e per mai arrendersi ai dogmi e alle verità precostituite. Parimenti, la scrittura può anche essere terapeutica, un urlo contro le ingiustizie. La scrittura può modulare il nostro caleidoscopio d’anima e sintonizzarlo su frequenze sostenibili. La poesia civile si presta a denunciare le storture d’un mondo capovolto, d’una società oberata dal peso delle iniquità. Un grande del Novecento letterario, Andrea Zanzotto, sovente nei suoi scritti ha biasimato la distruzione paesaggistica ad opera della prepotente mano antropica dell’uomo moderno. Anche la poesia d’amore adempie pienamente alla funzione gnoseologica, sa creare mari sconfinati di bellezza, di verecondo raggio. Arthur Rimbaud era un “visionario”, ha saputo preconizzare e costruire la poesia dell’avvenire. In questa contemporaneità scissa e frammentata, ci chiediamo: la poesia può avere ancora un compito d’assolvere? Oggi più che mai, lo studio dei poeti può giovare a rinsaldare uno status di più vivida coscienza. Lo studio dei poeti è l’antefatto, che ci fa penetrare nelle pieghe più profonde e sensibili, facendoci sfogliare pazientemente il grande libro della vita.
Marcello Buttazzo
1)
Cosa s’aduna
su questa terra
di violacea asprezza?
Duro è il ferrigno cuore
di chi non sa vedere
nei flussi degli umani
tracce di bellezza e bagliori di sole.
Insolente è l’opinione
di chi sa solo blaterare in continuazione
senza etica, senza visione
senza amore.
Rosari di dolore
ho visto
nelle carni dolenti
di chi fugge dal travaglio.
Schegge divine
ho scorto
negli occhi melanconici
dei disperati delle acque, delle terre.
Cosa s’aduna
su questa terra nera
di sconfitte millenarie?
Un canto
solo un canto
di ninnenanne celesti
buono, davvero buono
per cullare
tutte le sofferenze
del mondo.
2)
Non c’è mestizia
nella rosa fanciulla
e nella viola del pensiero,
origami di bellezza
nel tuo giardino di città.
Conto
i tuoi passi
e ti misuro la vita,
l’ebbrezza viva dei tuoi fianchi
vita che non si estingue.
Bacio
i tuoi seni
soavità alla mandorla
per riscoprire
il gusto dell’infinito.
M’estasio
sul tuo gaio sorriso
e catturo raggi di sole.
Non ti lascio
mai sola.
Intanto,
la sera per strada
richiama
anime di passaggio.
3)
Nella terra
di sangue carminio
la traccia, il nome.
Il silenzio religioso
nella terra
di zolle santificate
dal lavoro dal sudore
di antichi alacri contadini.
Terra rosso fuoco
e tempi trasvolati
a rincorrere bellissime chimere
assetate di mondo.
La traccia, il nome.
Il codice intimo
d’un amore
stratificato nel profondo delle ossa,
che è ora sospiro alato,
è passiflora di passione,
caldo vortice di vento.
Sogno,
sei sogno.
Ti inseguo pazientemente
nella musica del respiro,
nel battito d’un secondo,
nel frastuono d’un attimo.
Sogno,
sei sogno.
E dopo il sogno,
la carne viva e spirituale
del tuo corpo.
4)
Non cerco pace
quiete del pensiero
stantio riposo.
Nelle spire del giorno
un sole scalmanato
che incendi l’anima.
Nelle braccia della notte
i tuoi baci
non accomodanti
ma scarmigliati di sogni.
Non cerco silenzio
ma un assordante frastuono,
una musica spaccatimpani
che canti l’attimo e l’eterno.
Cerco quel che non ho
e quel che non so.
La dolce viandante
ha i tuoi occhi d’oceano turbolento.
Ti cerco
pianamente e ostinatamente
di là dell’immobilità
di questo reo tempo.
5)
La vita fascinosamaranto
corre, scorre
come fiume in piena
impetuosa vertiginosa
rompe ostacoli di pena.
La vita
d’improvvisi albori
è gioco
d’ogni cominciamento.
D’ogni inizio di luce
la vita
è scommessa,
ragione d’esistere.
La vita
delle amare sconfitte,
delle ebbrezze sopravvenute
come dono di Dio.
La vita vissuta
e la vita che non conobbi.
La vita
delle infinite attese
ai bordi del mondo.
La vita ferita
e la vita sfuggita dalle dita.
La vita
d’un solo attimo
che è storia eterna,
tutto il tempo
che io conobbi.
6)
Ti vorrei vedere
nel mio campo
nel maggio compagno.
Rosso d’ardore
sulle tue gote,
mille bandiere al vento
e un amaranto d’incanto.
Ti vorrei vedere
che porti a spasso
il tuo pallore sanguigno
fiorente di vita,
il tuo senso interrogativo e immaginifico
sull’esistente,
che è viaggio che va.
I papaveri di maggio
sono promesse d’amore,
sono attese e porpora
da chiedere al giorno.
Vorrei vederti
nel mio campo
di sogni sospesi,
che ancora una volta
mi leggi la mano
e mi trucchi le carte
perché possa vincere
il mio piccolo destino.
Nota biobibliografica
Marcello Buttazzo è nato a Lecce e vive a Lequile, nel cuore della Valle della Cupa salentina. Ha studiato Biologia con indirizzo popolazionistico all’Università “La Sapienza” di Roma. Scrive periodicamente in prosa su Spagine (del Fondo Verri di Lecce), nella rubrica Contemporanea, occupandosi di attualità. Ha pubblicato le opere “Canto intimo” (raccolta di note e poesie, 2004, collana i Minimi), “Considerazioni e canti” (raccolta di articoli e poesie, 2005), “Clandestino d’amore” (raccolta di poesie, 2006) per Manni Editori, la silloge poetica “Altro da Sé” (Firenze Libri, 2006). Nel 2007, ha pubblicato la raccolta di poesie “Alba”(L’Autore Libri Firenze) e “Nei giardini dell’anima” (Manni Editori). Nel 2008, la raccolta di poesie “Di rosso tormento” (Calcangeli Edizioni) e, nel 2009, la raccolta poetica “Per strada” (Calcangeli Edizioni). Nel 2010, la silloge “Serenangelo”(Manni Editori). Nel 2012, la raccolta di poesie “E ancora vieni dal mare”(Manni Editori); nel 2015, la silloge poetica “E l’alba?” (Manni Editori). Nel 2016, la raccolta poetica “Origami di parole” (Pensa Editori). Nel 2018, la raccolta “Verranno rondini fanciulle”(i Quaderni del Bardo Edizioni); nel 2019, la raccolta poetica “Nei tuoi arcobaleni e altre poesie” ( i Quaderni del Bardo Edizioni); nel 2021, la silloge “Il cielo degli azzurri destini (i Quaderni del bardo Edizioni).