Marco Tufano
Alcune Poesie tratte da “PRINCIPIO VERTICALE” edito da Rue De-La-Fontaine edizioni
Sui prati curvi dalla sera
la luce sedeva tra le giacche
e mi pentivo
assorbendoti lenta
scarno di prevenzioni.
Sono scivolato
sull’uomo che parlava
a se stesso come a un dannato
e fumava,
quanto fumava un mare caldo
sul mio gelido stare
tra le stelle a servarmi
sporco.
≈≈≈≈
Guardavamo insieme
le angosce sugli asfalti
di esseri che si raccontano
abbandonando scatolette.
I principi attivi una nube
le mani l’unico attrito
una forma plasmata
dalle marcescenze:
un racconto dannato
le esistenze chimiche.
≈≈≈≈
Lo avevo intuito dagli strepitii,
le voci degli alieni coi piedi in terra,
le galassie al loro posto,
i canali digitali e i fermi-immagine,
i tatuaggi di un fascista
se vedo un punto nero…
il disturbo psicotico sublimato,
i Placebo ad una finestra su Milano,
i tanti, troppi passi,
le vene rilasciate ad un respiro,
i jeans per le caviglie ed un odore
in cancrena urla soffuso il nome suo:
piove dappertutto, dicono
pioverà anche qua
più a sud delle tue lacrime.
≈≈≈≈
Le virgole sono importanti
per me che vago sui marciapiede
e cerco sugli argini i limiti,
le siringhe dei tossici, le altre storie
di dannazione al benzolo,
i miei ed i loro punti
di ignizione tra i portoghesi di carta
e le ginocchia valghe
per un tramonto di costiera
ed è pur sempre un’ossessione il termine
o una fobia per i miei piedi scalzi
sugli aghi infetti
di un altro sentiero crepuscolare.
≈≈≈≈
Viviamo per vocazione
alla fine dei giorni
nelle abitazioni con i mobili in design
senza sapere cosa ci stia annegando
legati alle architetture degli altri,
corpi equidistanti e docile
sui muri un alone diverso dal resto:
l’impronta fatale
di un principio di somiglianza.
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Marco Tufano: