Mario
s’aggirò scalzo
con la sua solitudo
poco beata
ma tanto affilata
lama che di albedo
non rifranse luce
ma spicchi di sole
assorbì nella superficie stolida.
Ricordò Mario,
l’uomo che fu
valida scommessa
di aneliti verso la promessa
arresa per l’unione
che martirio divenne nel futuro.
Un giorno come tanti
un paio di anelli sancirono
il legame che di amore fu
ma che un contratto solenne
prese il cuore suo
per gettarlo nella notturna
erosione dell’essere.
Diventò un erogatore,
di calde e fredde bevande
e domande
sempre più insistenti,
soldi, vestiti, scuola, corsi,
paghette, dischi
e poi “devi pure accompagnarlo
nella piscina privata
alla scuola di danza
che sennò rimarrà sempre un tarlo
se non trova
la sua strada e la sua gloria…”
cosa vuoi che sia!
Un giorno Mario
con la mano destra
indietro nella tasca
s’ accompagnò al rosario
nella fossa degli addii
lo trovarono appeso
alla corda tesa
al collo rosso
stelo
di un fiacco viso arreso.