M’Io effimero,
prolifico canto svampito
dentro fuochi altisonanti
Retrocesso in letture evanescenti
e canali di borgata rarefatta:
marciapiedi di periferica follia
infinita
Pazzo pazzo scivolare
senza senso, senza meta
sondando l’innegabile
languore
Spento, al chiarore
delle albe, dopo notti
d’insonni deformazioni
scintilli bugie,
dietro uno specchio
d’acqua calda appannato
Solo vapore nel fresco mattino
e nulla più, d’un sospiro
che fugge