Fu volo sereno nello sguardo truce
d’occhi aperti e splendenti!
E nel nero a scivolar d’abisso implume
di note stridule, altissime e screziate
Gioia sui porpora!
Gioia di fronde smosse agli smeraldi!
Di vento impeto la pelle schiava
ad un rintocco di Viola
o d’amante Contrabbasso, laido e penetrante
come calendula al giogo del sole
Oh la dolce frenesia del violino assorto.
Nel pizzicare aria e cielo il gran connubio
ed è segreto in vesti divine
nelle sottane sacrali di un’overture
La forza dei Corni e gli Ottoni
sulle placide linee dritte
dell’Oboe, come tana per il cuore
Così, d’ogni passo
sulle pause seguì il balzo.
Ché di nuovo giù, a fondo e giù
asimmetrico fu lo schianto verso il blu
Che di nuovo su, in alto e su
l’anima ad archetto
– in un fremito –
la sua perfezione
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