Nel verde nato colore
che conversa con l’ombra,
nei giardini, credendosi
smarrito, o in fioca lunula
al fondo delle dita,
lo stesso vincolo
di quando si guarda
non riamati
un corpo mortale.
Un luogo appartiene
alle domande,
e ognuno nel cammino.
*
Nascere.
Illudere luce
percuotere onde.
andar di nuovo
lungo muri di sale,
spargendo voce
su cose finite.
Timore che il sonno,
nel suo racconto,
completi ognuno
col pianto.
*
Non si preghi
quel nome,
e non si ripari
l’uscio socchiuso –
è vuoto che insiste
verso i limoni,
lontanando
in una madre,
allora.
Ecco, io sono
diversamente te –
tardi le braccia,
staccato a guardare,
avvolto nell’onda
che fa quella casa
strascico di mare.
Da A ritroso, 2020-1975, di Nanni Cagnone, nottetempo 2020: https://www.edizioninottetempo.it/it/prodotto/a-ritroso
Nanni Cagnone (1939), ligure di Ponente, “di quelli che tramontano”, è stato batterista jazz, giornalista, editore, direttore creativo d’agenzie di pubblicità, consulente per la company image, docente d’estetica e di strategie progettuali. Oltre alle opere poetiche, romanzi (Comuni smarrimenti, Pacific Time), racconti (Cammina mare), saggi e aforismi (Discorde, Dites-moi Monsieur Bovary). Ha tradotto e commentato The Wreck of the Deutschland di G.M. Hopkins, Agamemnon di Eschilo, Perì Phýseos di Parmenide.
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Grazie. Siete gentili. Nanni