Nella tua serra
dolce la luce,
dolce il calore. Eri la rosa
di un solo giorno
sui capelli di chi non ha paura; eri la fossetta
su una guancia rossa, la serietà
di un bambino
intento a domandarsi la cartaccia al vento
che viaggio farà. E intanto
sfiorire, di schiena
l’aria che ruggina fra i treni e la pioggia
a conati sui palazzi; poi, la gente
trascinata via di peso
col piscio delle strade, e le bocche
troppo asciutte
per leccarsi le ferite. Sfiorire; con gli odori
di un solo giorno
immaginando il cielo