T’ho tra le mani.
Anche se c’è tempo
io non ne ho.
Percepisco il lato oscuro e
non mi è più cruccio
svelare l’altro.
Tieni nascosto il valzer delle ombre.
Tutti hanno un basso ostinato in petto
e fuori è cangiante.
Il mattino che attira e acceca
ogni angoscia
*
Non ti scomponi
intatto avanzi con una fitta
sempre più lieve sotto al seno
sempre più lieve se incespichi
tra il marciapiede e il tacco.
Hai scorto sull’asfalto
un sasso che è un cuore
o il suo volto
*
Dovessero sparare un giorno
qui dove mare è ancora mare
e una cover band suona the river
mentre c’è gente che passa ore calme
della sera della notte un tempo a nervi stesi
tempo d’amore al chiaro
di squame al buio
direi che è surreale questa vita
nella dimensione
d’una realtà che non esiste
ma che è pura meraviglia
se intorno regna
la pace
*
C’è di mezzo il sonno
e la solitudine di ognuno
quella incrostata ai margini del letto
e nell’incuria
o nell’irriconoscenza figliale
dei propri figli e di noi stessi mai passati
dall’altra parte del gioco di ruolo.
Poi di nuovo il sonno
al posto della vita
sonno mattone d’indolenza
mattone di mancato senso e percezione
estrema debolezza
tra sculture di carne a testa in giù
e trecce di gambe al cielo
*
Chi è vivo usa il diaframma
per mettere a fuoco il mondo
e cantarne i colori
chi è vivo sa
di non sapere nulla
della selva dove si muove
in equilibrio tra vita e morte
chi è vivo lotta
per costruire un dialogo
chi è vivo è un diavolo
è chi soffre
coltiva
desidera
patisce
chi è vivo si circonda di luce
e riconosce
diaframmi mollemente aperti
su orizzonti annacquati
o già bruciati dal gelo
li riconosce e vola
sull’immobilità del morto
disattendendo
*
I treni passano
le persone corrono.
I treni fermano e ripartono
come nulla fosse.
Anche le persone si fermano.
Spesso ripartono.
Altre volte s’ammalano
ill: Jana Heidersdorf