Svesto ginocchia di obbedienza,
gli amari calici languono
per il risucchio che ho prenotato
nell’angolo dell’inumano declino.
Alisei sul mio recapito mentale
soffiano in traiettorie illogiche,
sulfurea è la brezza che spezza
la conduzione del carro del disordine.
Ripide rupi strapiombano le gesta
che assalgono il fottuto respiro,
serio il volto colto da terrore
per l’ormai destituita l’integrità.