Di tutto questo, odio la Pantomima
l’indeterminato genuflesso dei sospiri
dell’ora
O quell’unica traccia d’uomo
che ancora riaffiora nelle notti
sdrucciole d’ànimo
Il respiro della selva, odio;
E l’animale estinto, addomesticato
sopra un foglio di carta
che ruggisce patetico
Odio la libertà,
e la consapevole bellezza
di piedi dolci e nudi
sull’erba della sera
La stupenda solitaria
bellezza dei Ti Amo – Odio
Superate le parole
sulla sbobba delle giuggiole
spegniamo il latrato senz’età
[ma con sentimento però]
Ed Odio – gli anni Odio.
Il chiarore e le sorprese,
Ché non c’è spazio più
nessuno più uscirà vivo
dalle mie dita esacerbate
Nessuno più avrà
lo spazio necessario, lo spazio giusto
Poiché Odio ed odio quant’amo
Senza misure, all’infinito ed oltre
Con quel pizzico di stupore bimbo
che rende spregevoli
E poi m’odi e poi m’odio e t’odio
(Odio per favore!) Sia fatta
la sua volontà in una preghiera
urbana e metropolitana
L’Odio per carità
L’Odio per benevolenza
L’Odio per giustizia
L’Odio che mi rende umano
Che in questo momento
mi mantiene così vivo,
di fronte crepe d’occhi nascosti,
acquattati negli scuri
O braccia spinte oltremisura
nella tensione di nervi
d’un rigurgito sentimentale e senziente
Oddio, Odio Dio
e questa maledetta,
maledetta mia umanità
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