una madre dalle braccia vuote
è uno sparo che fa piccolo il mare
non c’è altra immagine a vestirmi
se pronuncio Palestina, non c’è perdono
o ponte a unire le acque, non c’è tregua
per il ventre dilaniato di una terra
che esiste e non ha nome
e qual è il nostro nome
noi, che assistiamo al pianto
e piantiamo alberi per salvare la terra
saremo assolti dal trattare la morte
come spunto per brutte poesie?
saremo assolti dal sentirci uomini
in questa strada dove l’asfalto vince e copre
chiamando a gran voce il sangue, come promessa
di un dio che d’infinito ha solo il tempo verbale
della parola uccidere?