LE PAPERE DI ROBINSON TOWN

 

Così sei venuto a dirmi che abbiamo il becco malato

e scappiamo da reti bucate verso sotto

con la luna che alle otto di sera che ci sembra un piatto

impiantato con le unghie su una tela verde

E così continui a camminare sul ponte,

che, cristo, mi sembra eterno

e scatto una foto al centro del lago

sentendo le papere beccarsi negli occhi

e perdere almeno un senso

mentre il riflesso della mia testa

cade muto tra i pesci,

e così, dimmi,

sei venuto qui a dirmi che dovremmo

stare in silenzio come loro

e continuare a nuotare

e vendere i nostri polmoni

per sei tagli sulla pelle

Allora mi sembra tutto un po’ strano

Coi bambini che gridano e le loro gambe

Attorcigliate attorno a colli adulti

E due ragazzini di tredici anni che con collane

E pantaloni rosa si baciano sopra  panchine nere,

E sto un attimo immobile e  ascolto

Per sentire cosa sei venuto a dirmi,

Ma continui a ripetere che abbiamo il becco malato

E si sta facendo sera

Allora ti dico

Cristo, scappiamo da reti bucate.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.