Parlami

Parlami della paranoia,
dei dolori che non conosco,
fammi ascoltare musica penetrante,
suonatori d’inferni nuovi
costruiti su apposita misura
dei nostri corpi lebbrosi.
Parlami e non deludermi,
non cercare un motivo
per restare aldiquà della banalità,
parlami e quando lo farai
vai oltre, non fermiamoci
agli Autogrill,
dove i bagni sono troppo sporchi
per respirare.
Fammi mangiare le tue speciali
bugie, di notte, in fame chimica,
saranno più buone,
parlami, segnami la pelle
con unghie finte,
fammi annusare
una prima volta
la pesantezza del petrolio,
te lo porti dentro.
Parlami, non mostrare altro
che la tua muta conoscenza,
la tua sorda coscienza,
il tuo cieco pentimento,
ora che qui non c’è nessuno,
metti giù il coltello,
parlami.

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